La cucina del recupero: strategie contro lo spreco alimentare
Lo spreco alimentare rappresenta una delle sfide etiche, economiche e ambientali più pressanti del nostro tempo. Combatterlo non significa solo ridurre i rifiuti, ma riscoprire un’intelligenza culinaria antica, quella dei nostri nonni, capace di vedere in ogni scarto una risorsa e in ogni avanzo l’inizio di una nuova ricetta creativa e gustosa. Secondo le stime internazionali, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano viene perso o sprecato. Questo dato è allarmante se si considera l’impatto sulle risorse idriche, sul consumo di suolo e sulle emissioni di gas serra. Nelle mura domestiche, lo spreco avviene spesso per disattenzione, per una cattiva gestione della dispensa o per la perdita di quel sapere gastronomico che insegnava a valorizzare tutto. La cucina del recupero non è una cucina di serie B; al contrario, è la culla di molti dei piatti più amati della tradizione italiana. Ribollite, polpette e sformati non sono nati dall’abbondanza, ma dalla necessità virtuosa di non buttare via nulla. Adottare oggi questa filosofia significa compiere un atto rivoluzionario di rispetto verso il cibo e verso il pianeta.