Campione d’Italia: riapertura per il casinò entro il 2021

Sembra che Campione d’Italia possa lasciarsi alle spalle quel buco di 130 milioni di euro che aveva decretato il fallimento della sala da gioco e la sua conseguente chiusura.

27 Luglio 2018, chiude, dopo quasi un secolo dalla sua prima apertura, lo storico casinò di Campione d’Italia. La causa è una sentenza della sezione fallimentare del Tribunale di Como. Questa stessa sentenza, dopo innumerevoli trafile burocratiche e giudiziarie, è stata adesso rivista in virtù di un accordo tra la sala da gioco e il tribunale, e si dispone già per la riapertura del grande casinò.

Il tribunale fallimentare di Como ha infatti approvato la proposta di concordato in continuità, permettendo dunque la riapertura dei locali e dell’attività e la riassunzione di parte dei vecchi dipendenti. Sembra dunque che finalmente Campione d’Italia possa lasciarsi alle spalle quel buco di 130 milioni di euro che aveva decretato il fallimento della sala da gioco e la sua conseguente chiusura.

Campione d’Italia: un riferimento per la zona di Como

L’exclave di Campione d’Italia, stretta tra la Svizzera e il suo alto costo della vita, vedeva nel casinò un grande punto di riferimento per l’economia locale. Campione d’Italia è un comune a trenta chilometri circa dalla dogana di Como, cui è legato economicamente e politicamente. Il suo casinò ha aperto i battenti nel 1917 per poi chiudere subito, due anni dopo. La riapertura definitiva si ebbe nel 1933, anno in cui il casinò divenne la principale risorsa per il comune.

Prima dell’apposizione dei sigilli, vi lavoravano, infatti, quasi 500 persone, cui se ne sommavano altre 300 impiegate in attività collaterali. Lo stesso comune di Campione d’Italia – unico azionista – beneficiava degli introiti del casinò. Questo si trasferì in una nuova struttura nel 2007: 55mila metri quadri distribuiti su nove piani (forse troppi, come rifletterono in molti sin dai tempi dell’inaugurazione). Il trasferimento nella nuova sede, tuttavia, non fu di buon auspicio: sin dal 2008 sarebbe iniziata la crisi che avrebbe lentamente condotto – nel giro di dieci anni – il casinò alla chiusura.

È probabile che questa crisi sia stata data da una coincidenza: l’apertura della nuova sede fisica è avvenuta nel momento in cui molti casinò preferivano investire nell’apertura di portali online come www.casinoaams.eu. Mentre altri casinò investivano per aprire i loro portali e guadagnare la certificazione di idoneità e gioco sicuro, Campione d’Italia ha investito in una sede mastodontica che poi ebbe difficoltà a riempire (visto che molti utenti cominciavano a preferire i meccanismi digitali). Da qui, la strada verso la chiusura, imposta dal Tribunale nel Luglio 2018.

Campione d’Italia: la riapertura del casinò

Il piano di risanamento approvato il 15 Giugno permetterà invece, entro il 2021, la riapertura dello storico casinò, anche se con numeri decisamente ridimensionati. Infatti, saranno solo 170 gli impiegati che potranno tornare a lavorare nella struttura poiché il casinò si è impegnato con il tribunale a esternalizzare alcuni servizi: elemento, questo, che impone un ribasso nel numero di assunzioni locali.

È tuttavia previsto un incremento progressivo del numero di assunzioni, che potrebbero portare alla creazione totale di 280 posti di lavoro nel giro di cinque anni (per un costo totale del lavoro stimato in 17 milioni di euro, contro i 55 milioni di tre anni fa). Il debito, che oscilla intorno ai 130 milioni di euro, verrà verosimilmente risanato nel corso dei primi cinque anni di attività del casinò: i primi creditori a essere rimborsati saranno proprio i dipendenti e l’Agenzia delle Entrate. Soltanto dopo, subentreranno i rimborsi al comune, ma a patto che i ricavi ottenuti dalla ripresa del gioco siano superiori a quelli previsti dal piano di riapertura concordato tra casinò e tribunale.

I vecchi avventori, inoltre, potranno tornare a riscoprire la location che, nel frattempo, è rimasta perfettamente identica a se stessa (fatta eccezione per alcune slot machine che erano state date in concessione a Campione d’Italia e che sono state recuperate dai proprietari già da anni). La riapertura si presenta dunque come una speranza sia per i clienti fedelissimi, sia per i dipendenti vecchi e nuovi: il comune potrà trarre beneficio dal denaro messo in moto dalla ripresa di questa storica attività.

Scritto da Paola Barletta

2 commenti su “Campione d’Italia: riapertura per il casinò entro il 2021”

  1. Buonasera, la sua disamina è priva di fondamento, forse imbeccato da chi ha fatto fallire il casinò per sviare l’attenzione sulle proprie incapacità. Nessun casinò italiano ha beneficato in maniera significativa dell’online che rappresenta una porzione risibile della cifra d’affari. Inoltre, non è nemmeno vero che Campione fu l’unico a aprire una sede mastodontica, vedasi Saint Vincent che fece lo stesso qualche anno dopo. Inoltre, il 2007 il casinò riportò un utile, l’unico degli ultimi 20 anni, ma anche il 2008-2009 non andarono male. Il fallimento del casinò ha radici che partono nel 2011 quando inizio un gestione inefficace tanto è vero che il tribunale di Como ha rinviato a giudizio l’AD del periodo 2001-2017, forse il suo mentore nel suggerirle interpretazioni da terza elementare palesemente smentite dai fatti e dai bilanci che lei sicuramente non solo non ha mai letto ma che nemmeno saprà leggere. Si informi prima di scrivere asinate e non scriva sotto dettatura. Saluti

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  2. Buonasera, la sua disamina è priva di fondamento, forse imbeccato da chi ha fatto fallire il casinò per sviare l’attenzione sulle proprie incapacità. Nessun casinò italiano ha beneficato in maniera significativa dell’online che rappresenta una porzione risibile della cifra d’affari. Inoltre, non è nemmeno vero che Campione fu l’unico a aprire una sede mastodontica, vedasi Saint Vincent che fece lo stesso qualche anno dopo. Inoltre, il 2007 il casinò riportò un utile, l’unico degli ultimi 20 anni, ma anche il 2008-2009 non andarono male. Il fallimento del casinò ha radici che partono nel 2011 quando inizio un gestione inefficace tanto è vero che il tribunale di Como ha rinviato a giudizio l’AD del periodo 2011-2017, forse il suo mentore nel suggerirle interpretazioni da terza elementare palesemente smentite dai fatti e dai bilanci che lei sicuramente non solo non ha mai letto ma che nemmeno saprà leggere. Si informi prima di scrivere asinate e non scriva sotto dettatura, si vede lontano

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