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Riflessioni e Tendenze dalla Settimana della Moda di Parigi 2023

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La Settimana della Moda di Parigi è un evento atteso da molti. Tuttavia, la giornata di domenica ha presentato una serie di alti e bassi, suscitando reazioni contrastanti. Tra debutti deludenti e collezioni applaudite, il palcoscenico ha offerto momenti di grande creatività e altri di incertezza. Di seguito, si analizzano i principali eventi di questa giornata di moda.

Jean-Paul Gaultier: un debutto problematico

La sfilata di Jean-Paul Gaultier ha preso una piega inaspettata, con il designer Duran Lantink alla sua prima uscita. Invece di abbracciare l’eredità del marchio, Lantink ha scelto un approccio audace ma poco riuscito, cercando di rompere gli schemi tradizionali. La sua interpretazione delle icone di Gaultier ha portato a risultati discutibili, con creazioni che si allontanavano dal linguaggio stilistico del brand.

Un’interpretazione controversa

Tra i look presentati, uno in particolare ha catturato l’attenzione: un body stampato che imitava la pelle umana, completo di macchie e dettagli sanguinolenti. Questa scelta ha suscitato perplessità, con critiche che si sono concentrate sull’opportunità di tali rappresentazioni. Il look di apertura, ispirato al famoso reggiseno conico di Madonna, è stato reinterpretato in modo poco convincente, risultando in una figura aliena piuttosto che in un omaggio iconico.

La location scelta, un corridoio buio e poco invitante del Museo Jacques Chirac, ha ulteriormente contribuito a un’atmosfera di disorientamento. La mancanza di coesione e l’uso di elementi estranei al marchio hanno lasciato il pubblico con la sensazione che il glamour di Gaultier fosse sfumato, segnalando un possibile cambio di direzione poco promettente per il futuro del brand.

Celine: un successo commerciale

In netta contrapposizione, la sfilata di Celine ha brillato sotto il sole parigino. Sotto la direzione creativa di Michael Rider, la collezione ha dimostrato di essere non solo elegante, ma anche estremamente commerciabile. Con tagli impeccabili e uno stile che ha saputo attrarre i buyer, Rider ha portato a casa il messaggio di un marchio che si sta riprendendo dopo un periodo di transizione.

Stile e praticità

La passerella, allestita in un suggestivo parco, ha visto modelli sfilare in giacche anni ’80 e pantaloni svasati, presentando una collezione co-ed che ha saputo unire il classico e il contemporaneo. I dettagli come le sciarpe in seta, indossate in vari modi, hanno dato un tocco di freschezza e creatività, mentre le scarpe variavano da stivali audaci a mocassini eleganti, dimostrando una versatilità che ha colpito il pubblico.

Akris: arte e moda insieme

La maison Akris, sotto la direzione di Albert Kriemler, ha saputo catturare l’attenzione con una collezione ispirata al grande pittore Leon Polk Smith. Con un forte focus sulla rappresentazione femminile, Akris ha presentato abiti pensati per donne dinamiche e professionali, riuscendo a coniugare arte e moda in un mix di eleganza e funzionalità.

Design minimalista e geometrico

Le creazioni di Kriemler si sono distinte per un uso sapiente di forme geometriche e un minimalismo sorprendente. La passerella, decorata con una grande riproduzione delle opere di Smith, ha fatto da sfondo a tailleur e gonne con applicazioni colorate, offrendo un finale di sfilata che ha esaltato l’arte della sartoria e l’innovazione stilistica, rendendo Akris un marchio sempre più apprezzato.

Valentino: l’oscurità del desiderio

Infine, la sfilata di Valentino ha portato il pubblico in un viaggio nell’oscurità, con una scenografia che evocava atmosfere di guerra e tensione. Sotto la direzione di Alessandro Michele, la collezione ha presentato look caratterizzati da un glamour nostalgico, con gonne a vita alta e camicette in chiffon, ma il contesto inquietante ha sollevato interrogativi sul messaggio finale.

Riflessioni sul passato e sul presente

Con riferimenti al passato e alla letteratura di Pier Paolo Pasolini, Michele ha creato una narrazione complessa che ha mescolato eleganza e riflessione. Tuttavia, la ripetizione di temi già esplorati in collezioni precedenti ha fatto sì che la presentazione risultasse meno innovativa di quanto previsto. I modelli, pur bellissimi, lasciavano la passerella con un’aria di malinconia, suggerendo che anche in un mondo di alta moda, il rischio di cadere nel già visto è sempre presente.

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