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La vivace atmosfera della settimana della moda di Parigi si è animata con la sfilata di apertura di Saint Laurent. Questo evento ha catturato l’attenzione di tutti, segnando l’inizio di un periodo cruciale per il settore del fashion. La manifestazione non solo celebra la creatività, ma si propone anche come un palcoscenico per il cambiamento, riflettendo le attuali sfide e le evoluzioni all’interno delle maison più prestigiose.
In questa edizione, il designer francese Victor Weinsanto ha aperto le danze, scegliendo come modella la drag queen Nicky Doll. La sua collezione ha evocato il fasto della Reggia di Versailles, mettendo in risalto corsetti elaborati e un’estetica regale. Questo ha rappresentato un chiaro segnale di come la moda possa abbracciare e rappresentare la diversità e la creatività in tutte le sue forme.
La giovane stilista belga Julie Kegels ha fatto il suo esordio con una sfilata in un contesto suggestivo. Le modelle sono emerse da un appartamento, portando un tocco di intimità e freschezza alla passerella. L’evento ha visto la presenza della famosa cantante spagnola Rosalía, a conferma del crescente interesse per le nuove voci nel mondo della moda.
La giornata ha raggiunto il suo apice con la sfilata di Saint Laurent, tenutasi presso il Place du Trocadéro, di fronte all’iconica Torre Eiffel. Le modelle, vestite con giacche in pelle nera e tessuti fluidi audaci, hanno sfilato tra aiuole di ortensie bianche, disposte a formare il logo della maison. Il direttore creativo Anthony Vaccarello ha inteso trasmettere un messaggio profondo: l’abbigliamento di lusso deve essere considerato non solo come simbolo di disuguaglianza, ma piuttosto come un linguaggio capace di creare connessioni.
Nelle note di sfilata, Vaccarello ha evidenziato come, in un’epoca caratterizzata da una crescente polarizzazione politica, lo stile possa fungere da mezzo di comunicazione. Ha dichiarato: “In un momento in cui il dialogo si affievolisce, lo stile diventa una forma di discorso, non una che impone, ma una che connette e aggiunge sfumature”. Questa visione rappresenta un’inversione di tendenza nel modo in cui il lusso viene percepito e vissuto.
La settimana della moda di Parigi si configura non solo come un palcoscenico per nuovi talenti, ma anche come un momento di transizione per alcuni dei marchi più emblematici del settore. Si prevede che circa dieci marchi presenteranno collezioni sotto la direzione di nuovi stilisti, molti dei quali hanno recentemente assunto incarichi di rilievo. Ad esempio, il franco-belga Matthieu Blazy debutterà da Chanel il 6 ottobre, dopo essere stato strappato a Bottega Veneta.
Blazy avrà il compito difficile di guidare Chanel dopo l’era di Karl Lagerfeld, il cui impatto sul marchio è stato indiscutibile. Dopo la sua morte nel 2019, Virginie Viard ha cercato di mantenere la continuità, ma ora Blazy dovrà portare la sua visione personale, in un contesto di grande aspettativa.
Un altro evento molto atteso è la prima collezione di Jonathan Anderson per Dior, prevista per il 1° ottobre. Dopo l’apprezzato debutto della sua linea uomo a giugno, il designer britannico dovrà dimostrare la sua versatilità e capacità di innovare nel contesto di uno dei marchi più prestigiosi di LVMH.
La scena si fa ancora più interessante con Pierpaolo Piccioli, che subentra a Demna a Balenciaga, e le novità in arrivo da Fendi, dove Silvia Venturini Fendi assumerà un ruolo onorario. Questi cambiamenti segnalano un’evoluzione continua nel panorama della moda, che cerca di adattarsi a un mercato in trasformazione.
La settimana della moda di Parigi non solo celebra il passato, ma si proietta verso il futuro. I designer sono pronti a sfidare le convenzioni, ridefinendo il concetto di lusso. In un contesto globale in continua evoluzione, la moda emerge come una piattaforma per il dialogo e l’innovazione. Questo evento invita a riflettere su ciò che il fashion rappresenta nel mondo contemporaneo.
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