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Negli ultimi anni, i jeans a vita bassa hanno fatto un clamoroso ritorno nel panorama della moda, riemergendo con una forza che ricorda i fasti degli anni 2000. Questa tendenza, che ha segnato un’epoca, sta vivendo una rinascita sulle passerelle di tutto il mondo, reinterpretata in modi freschi e innovativi. La Gen Z, in particolare, sembra aver abbracciato con entusiasmo questa silhouette, come dimostra l’aumento delle ricerche online, soprattutto su piattaforme come TikTok.
La popolarità di questi jeans, noti anche come low rise, è in aumento grazie all’interesse crescente per i modelli più comodi e versatili, che spaziano da tagli più ampi a quelli aderenti. Questo revival è anche un omaggio all’eredità di stilisti iconici come Alexander McQueen, che nel corso degli anni ’90 ha introdotto i bumster, un modello audace che ha rivoluzionato il concetto di pantaloni.
Il designer irlandese Seàn McGirr, attuale direttore creativo della maison McQueen, ha recentemente riportato in auge il bumster durante le sfilate, rendendo omaggio al suo fondatore. Questo modello, presentato per la prima volta nel 1993 con la collezione The Taxi Driver, era caratterizzato da una vita estremamente bassa, che metteva in mostra una parte del corpo fino ad allora considerata tabù nel mondo della moda.
McQueen aveva il talento di sfidare le norme, e i suoi pantaloni bumster ne sono la prova. I modelli originali erano così provocatori da rimanere impressi nella memoria collettiva, simbolo di un’epoca che celebrava la libertà di espressione. McGirr, riflettendo sull’eredità di McQueen, ha dichiarato: «Era da un anno che pensavo ai bumsters, ma non era ancora arrivato il momento giusto per dedicarcisi». Questo approccio riflette una continua evoluzione della moda, che si nutre di influenze passate per creare nuove narrazioni.
Oltre a McQueen, altri stilisti stanno riscoprendo il fascino dei jeans a vita bassa. Ann Demeulemeester, per esempio, ha presentato una versione con una vita bassa e un cavallo alto, mentre Dsquared2 ha optato per un denim sbiadito dall’aspetto usato. Diesel, invece, ha reinterpretato il look Y2K con modelli che esprimono il massimo della bassa vita.
Questa rinascita non è solo una questione di stile, ma riflette anche un cambiamento culturale. Le celebrità di ieri, come Kate Moss e Sienna Miller, hanno indossato i jeans a vita bassa con stili che andavano dal boho all’indie, diventando veri e propri modelli di riferimento. Le star del passato, come Paris Hilton e Britney Spears, hanno reso questi pantaloni famosi indossandoli con crop top e bustini, creando un look iconico che oggi torna a ispirare nuove generazioni.
La distanza tra il cavallo e il bottone di chiusura dei jeans a vita bassa è stata notevolmente ridotta, passando dai tradizionali 30 centimetri ai 10 o meno. Questa caratteristica ha contribuito a definire il look unico degli anni 2000, che continua a influenzare il modo in cui il pubblico percepisce la moda attuale.
Inoltre, il mercato si sta adattando a questa tendenza, con marchi come H&M, Agolde e Frame che offrono nuove interpretazioni di jeans a vita bassa. La disponibilità di modelli vari, dai tagli più aderenti a quelli baggy, rende questi pantaloni accessibili a un pubblico sempre più vasto.
I jeans a vita bassa non sono solo un pezzo di abbigliamento, ma un simbolo di un’epoca e di una cultura in costante evoluzione. La loro presenza sulle passerelle e nei guardaroba della Gen Z è la prova che la moda è ciclica, e che le tendenze di ieri possono rinascere in forme nuove e affascinanti. Con stilisti che continuano a reinterpretare questo classico, è probabile che i jeans a vita bassa rimarranno un elemento fondamentale della moda contemporanea, continuando a ispirare e a sorprendere.
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