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Negli ultimi anni, la moda ha registrato significative evoluzioni riguardanti l’inclusività e la rappresentazione di corpi diversi. Tuttavia, recenti report segnalano un’inquietante regressione verso l’ideale della magrezza, evidenziando una forte predominanza di modelle esili nelle ultime sfilate delle Fashion Week. Questo trend mette in luce come, nonostante le dichiarazioni di maggiore inclusività, l’industria della moda stia riproponendo un modello di bellezza che esclude molte donne.
Un’analisi condotta da Vogue Business ha esaminato oltre 9.000 look presentati nelle sfilate di New York, Londra, Milano e Parigi. I risultati mostrano che il 97,1% delle modelle in passerella era di taglia molto esile, corrispondente a misure US 0-4, UK 4-8, FR 32-36. Le modelle di taglia regolare hanno rappresentato solo il 2%, mentre quelle classificate come plus-size sono state appena lo 0,9%. Questi dati evidenziano una tendenza preoccupante: la presenza di modelle curvy è drasticamente diminuita rispetto a pochi anni fa.
Il movimento della body positivity, emerso nei primi anni 2010, si propone di promuovere l’accettazione di corpi diversi e di contrastare l’ideale di bellezza irraggiungibile imposto dalla società. Tuttavia, le recenti scelte stilistiche e l’adozione di modelli di bellezza ristretti, come i corsetti, segnalano una regressione rispetto a questi principi fondamentali. La modella Doralyse Brumain ha espresso la sua preoccupazione, osservando che dal 2022 si è registrata una significativa diminuzione dei contratti e dei compensi per le modelle plus-size.
La scarsità di modelle di taglie diverse è principalmente riconducibile a fattori economici. La produzione di abiti per modelle di taglia regolare o più grande richiede una maggiore pianificazione e investimenti di tempo, risorse che molte case di moda non sono disposte a dedicare. Ekaterina Ozhiganova, fondatrice dell’associazione Model Law, evidenzia che i consumatori si dichiarano favorevoli a una maggiore varietà nelle taglie. Tuttavia, l’industria continua a sostenere un ideale di bellezza difficile da raggiungere.
Nell’ultimo periodo, l’impiego di farmaci per la perdita di peso, come Ozempic, ha avuto un impatto significativo sull’industria della moda. Questi farmaci, utilizzati per regolare l’appetito, hanno reso la magrezza più accessibile, contribuendo a un ritorno all’estetica della magrezza estrema. Celebrità come Oprah Winfrey e Serena Williams hanno rivelato pubblicamente di avvalersi di tali trattamenti, il che ha ulteriormente normalizzato l’ideale della magrezza.
La tendenza attuale della moda di escludere modelli di taglia regolare e plus-size potrebbe avere effetti negativi sull’autopercezione delle donne e sulla loro accettazione corporea. La stilista Jeanne Friot ha sottolineato l’importanza di rendere le passerelle uno spazio in cui tutte le fisicità possano essere rappresentate. La sua visione è quella di un’industria che celebri la diversità, piuttosto che tornare a modelli di bellezza obsoleti.
Nonostante gli sforzi per promuovere la body positivity, l’industria della moda sembra aver fatto un passo indietro. Le critiche che circondano eventi come la sfilata di Victoria’s Secret evidenziano come la società continui a confrontarsi con le proprie aspettative riguardo ai corpi delle donne. Le piccole vittorie per la diversità sono spesso compensate da un ritorno a ideali di bellezza ristretti, escludendo molte donne dalla narrazione.
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