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Mercoledì scorso, il mondo della moda ha assistito a un evento atteso: il debutto di Jonathan Anderson come direttore creativo della linea femminile di Dior. La sfilata ha offerto una nuova interpretazione del celebre New Look della maison, portando freschezza e innovazione a un classico intramontabile.
Anderson non si è limitato a riproporre il passato; ha esplorato un’ampia gamma di creazioni storiche di Monsieur Dior, rivisitando più di una dozzina di giacche Bar con il suo stile distintivo. La scenografia, ideata dal regista Luca Guadagnino, ha fatto da cornice a questo evento, con una tenda situata sopra la fontana principale dei Giardini delle Tuileries, creando un’atmosfera magica.
La sfilata non è iniziata con i modelli, ma con un video provocatorio realizzato da Adam Curtis, un documentarista che ha influenzato profondamente Anderson. Il video, descritto come un mash-up dei momenti chiave della storia di Dior, ha incluso immagini iconiche di Gianfranco Ferré, John Galliano e spezzoni di film in cui le star indossavano abiti Dior, come Marlene Dietrich. Questo mix ha suscitato un grande entusiasmo tra il pubblico presente.
Anderson ha aperto la sfilata con un abito sorprendente, realizzato con due strati di seta, legati da grandi fiocchi. Questo ha segnato l’inizio di una sfilata sperimentale e audace, in cui ogni pezzo raccontava una storia unica.
Uno dei punti focali della sfilata è stata la giacca Bar, presentata in vari stili: dal classico allungato abbinato a pantaloni cargo, fino a versioni con volant e silhouette più ampie. Anderson ha creato una Bar Jacket ibrida, che ha ampliato la proposta estetica a nuovi orizzonti. Inoltre, ha combinato tessuti tradizionali come il seta-mohair con il twill di cotone, creando un ponte tra il passato e il presente.
Tra i presenti, il patron di LVMH, Bernard Arnault, conversava con Brigitte Macron e Charlize Theron. Tuttavia, la vera star della serata è stata Johnny Depp, che ha attirato l’attenzione con il suo look elegante in un completo grigio Dior.
La sfilata ha visto la partecipazione di numerosi stilisti, trasformando l’evento in una sorta di scuola di moda per esperti. Tra di loro, nomi come Rick Owens e Alessandro Michele hanno assistito all’innovazione di Anderson, che ha introdotto colli alti in pizzo ispirati ai look di Saint Laurent degli anni ’60.
Il video di Curtis ha avuto un impatto profondo sul pensiero di Anderson, che ha spiegato: “Dior è un marchio enorme e il suo peso è palpabile. C’è una sorta di fantasia cinematografica associata a Dior, come dimostrano le collaborazioni con Hitchcock e Dietrich.” Questo elemento di nostalgia si è mescolato con l’innovazione, creando un’atmosfera unica.
Anderson ha presentato anche nuovi accessori, tra cui un cappello a forma di Barrocco e una borsa triangolare chiamata Cigale. Il designer ha dimostrato di avere una visione chiara per il futuro di Dior, nonostante le sfide di essere un nuovo couturier in un marchio iconico.
Alla fine della sfilata, Anderson ha espresso la sua volontà di esplorare le dinamiche della moda, dicendo: “Ci vorrà tempo per capire dove si trova Dior in questo nuovo contesto.” La tensione creativa e il coraggio di rischiare sono evidenti nel suo lavoro, e sebbene il suo debutto possa non essere considerato un successo definitivo, rappresenta indubbiamente un work in progress affascinante.
Anderson non si è limitato a riproporre il passato; ha esplorato un’ampia gamma di creazioni storiche di Monsieur Dior, rivisitando più di una dozzina di giacche Bar con il suo stile distintivo. La scenografia, ideata dal regista Luca Guadagnino, ha fatto da cornice a questo evento, con una tenda situata sopra la fontana principale dei Giardini delle Tuileries, creando un’atmosfera magica.0
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