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La sfilata primavera/estate 2026 di Valentino ha trasformato il concetto di notte in un palcoscenico illuminato. L’oscurità non è semplicemente assenza di luce, ma un paesaggio vibrante di bagliori. Sotto la guida di Alessandro Michele, la collezione si snoda tra il buio e la luminosità, attingendo dall’eredità culturale di Pier Paolo Pasolini e dalle riflessioni di Georges Didi-Huberman.
Tutto ha inizio con una lettera scritta nel 1941, dove un giovane Pasolini racconta di aver osservato una moltitudine di lucciole e di averle invidiate per il loro amore. Queste creature luminose rappresentano la resistenza della vita anche in tempi di conflitto, un simbolo di speranza e vitalità. Trent’anni più tardi, Pasolini proclama la scomparsa di queste lucciole, vedendo nel conformismo del suo tempo una forma di oscurità più sottile. Tuttavia, Michele sceglie di seguire la strada di Didi-Huberman, sostenendo che le lucciole non siano realmente estinte, ma che sia necessario reimparare a vederle.
Durante la sfilata, la passerella di Valentino si trasforma in un paesaggio notturno denso di luci. I toni scuri del velluto si accendono grazie a ricami dorati e cristalli scintillanti, catturando il battito delle lucciole evocate. Le piume danzano e i tessuti brillano, creando un’atmosfera di magia e incanto. Ogni creazione si basa su un delicato equilibrio: la pesantezza del nero si dissolve in bagliori dorati, e i tagli rigorosi si fondono con la leggerezza dello chiffon. La collezione non è solo un’esibizione visiva, ma un vero e proprio territorio emotivo.
Michele dimostra il suo talento nel giocare con le contraddizioni, fondendo sartorialità e sogno. I completi maschili diventano tele da illuminare, i gioielli si trasformano in farfalle, e ogni dettaglio diventa un manifesto di libertà e individualità. Ogni pezzo invita lo spettatore ad adottare una nuova prospettiva: non una visione accecante, ma una che riesce a cogliere le scintille di bellezza e desiderio.
La gamma cromatica è ampia e sorprendente, spaziando dal rigore del nero e grigio fino a tonalità di azzurro cielo, rosa polveroso, magenta e bianco ottico. Ogni colore rappresenta una diversa frequenza di luce, riflettendo l’idea che illuminare ciò che ama nascondersi sia il compito della moda contemporanea. Michele afferma che la moda non deve imporre una visione, ma piuttosto restituire la possibilità di desiderare e sognare. In un’epoca in cui l’omologazione rischia di soffocare ogni forma di diversità, Valentino celebra la fragilità luminosa dell’unicità, dando vita a creazioni che rappresentano piccole ribellioni contro l’oscurità.
Le reazioni alla sfilata sono state positive, con esperti del settore che hanno elogiato l’originalità della proposta. La collezione ha suscitato un interesse particolare per il suo richiamo a temi di resistenza e speranza, elementi sempre più rilevanti nel contesto attuale. Valentino, con la sua sfilata, invita a riscoprire la bellezza della luce anche nei momenti più bui, dimostrando che la moda può essere un potente veicolo di speranza e rinascita.
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