L’evoluzione dei costumi nel cinema: il genio di Maria Rita Barbera

Non crederai mai a come i costumi possano trasformare una storia! Scopri l'arte di Maria Rita Barbera.

Quando parliamo di cinema e serie TV, non possiamo fare a meno di notare quei dettagli che ci colpiscono, come abiti e accessori. Ma ti sei mai chiesto chi c’è dietro a tutto questo? In questo viaggio tra mode e storie, la costume designer italiana Maria Rita Barbera emerge come una vera artista, capace di ricreare epoche e personalità attraverso i suoi costumi.

Dalla sua collaborazione con Valeria Golino ai progetti attuali, il suo lavoro non solo incanta, ma racconta anche storie di donne forti che affrontano le sfide della vita.

Il potere dei costumi nel racconto cinematografico

Hai mai pensato a quanto i costumi possano influenzare la percezione dei personaggi in un film? Maria Rita Barbera, con la sua esperienza e sensibilità, sa esattamente come utilizzare tessuti e colori per comunicare emozioni e stati d’animo.

“La macchina da presa è come una lente d’ingrandimento”, afferma Barbera. Questo significa che ogni dettaglio, ogni cucitura deve essere impeccabile e in perfetta sintonia con il contesto storico e narrativo del film.

Prendiamo, per esempio, la sua ultima creazione per la serie “L’arte della gioia”, dove ha dovuto districarsi tra le mode del periodo storico che va dal 1908 al 1919. Non è stato affatto semplice, ma Barbera è riuscita a mantenere l’autenticità dei costumi, rimanendo fedele alla borghesia siciliana di quegli anni.

“I nostri personaggi vivevano in una sorta di bolla”, spiega, sottolineando come la moda di quel tempo fosse ancora legata a silhouette tradizionali, con corsetti e gonne ampie.

Ma non si tratta solo di estetica; i costumi devono anche servire a raccontare la crescita e l’evoluzione dei personaggi. Per Barbera, ogni abito è una storia e ogni dettaglio è un tassello fondamentale nel puzzle narrativo. I costumi non sono solo indumenti, ma veri e propri strumenti di storytelling.

Dalla sartoria alla scena: il processo creativo

Il lavoro di un costumista inizia molto prima che le telecamere inizino a girare. Barbera racconta di come ha collaborato con sartorie teatrali e di quanto sia stato importante viaggiare per trovare pezzi vintage che potessero arricchire le sue creazioni. “Abbiamo dovuto muoverci anche in Francia e Spagna per cercare materiali unici”, confessa, sottolineando l’impegno che sta dietro ogni abito.

Le tempistiche sono serrate: “Abbiamo iniziato a maggio e le riprese sono iniziate a metà settembre”, ricorda. Questa rapidità è stata possibile grazie a una preparazione meticolosa e alla capacità di adattarsi alle esigenze degli attori. “Spesso, l’abito deve essere realizzato in base alle proporzioni dell’attore, e in questo caso Tecla Insolia ha avuto la fortuna di adattarsi perfettamente a quasi tutto ciò che le ho proposto”.

La creatività di Barbera non si limita ai costumi principali, ma si estende anche agli accessori. Ad esempio, ha realizzato collane e copricapi specifici per ogni personaggio, creando un linguaggio visivo unico che arricchisce ulteriormente la narrazione. I copricapi delle suore, per esempio, non sono solo ornamentali, ma servono a sottolineare il carattere e la personalità delle donne che li indossano.

Colori e simbolismo: l’essenza dell’epoca

La scelta dei colori è un altro aspetto cruciale nel lavoro di un costumista. Maria Rita Barbera utilizza le palette cromatiche per riflettere l’evoluzione dei personaggi. Nei primi episodi, i costumi tendono a essere scuri e austeri, rappresentando la vita in convento. Man mano che la storia progredisce, i colori diventano più vivaci, simboleggiando il passaggio alla libertà e alla scoperta di sé da parte delle protagoniste.

“Valeria Golino mi ha chiesto di mantenere la vita stretta per le donne, ma con gonne dalla linea scivolata”, spiega Barbera, evidenziando come i desideri del regista influenzino direttamente il suo lavoro. E non è solo una questione di estetica: il modo in cui i personaggi si vestono rappresenta la loro crescita personale e la loro lotta per affermarsi in un mondo che spesso è ostile.

In conclusione, il lavoro di un costumista come Maria Rita Barbera va ben oltre la semplice creazione di vestiti. È un’arte che unisce creatività, storia e narrazione, creando un’esperienza cinematografica che rimane impressa nella mente dello spettatore. E se pensi che i costumi siano solo abiti, preparati a ricrederti: ogni pezzo ha una storia da raccontare!

Scritto da Staff
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