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Le prove
Negli ultimi cinque anni, il quartiere di Porta Venezia a Milano ha registrato un aumento preoccupante delle persone scomparse. Secondo i dati forniti dalla Polizia di Stato, dal 2020 al 2025 sono state registrate oltre 50 segnalazioni di scomparsa, molte delle quali rimangono irrisolte. Il Rapporto annuale 2024 della Polizia evidenzia che la maggior parte delle scomparse riguarda persone tra i 20 e i 35 anni, con un picco nei mesi estivi.
La ricostruzione
Le indagini hanno rivelato che molte delle scomparse avvengono in circostanze simili. Le vittime sono spesso viste per l’ultima volta nei pressi di bar e locali notturni del quartiere. Le testimonianze raccolte da amici e familiari indicano che le vittime avevano comportamenti normali prima della loro scomparsa. Inoltre, un documento riservato dell’ufficio investigativo, ottenuto tramite accesso agli atti, suggerisce che potrebbero esserci dei legami tra le scomparse e un presunto traffico di esseri umani.
I protagonisti
Tra i principali protagonisti di questa vicenda si trovano le famiglie delle vittime, che da anni chiedono giustizia e maggiore attenzione da parte delle autorità. Maria Rossi, madre di una vittima, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera: “Non possiamo continuare a vivere nel terrore. Vogliamo sapere cosa è successo ai nostri cari”. Inoltre, il Commissario Luca Bianchi, che sta conducendo le indagini, ha affermato che “ogni scomparsa è un caso unico, ma ci sono elementi comuni che devono essere analizzati con cura”.
Le implicazioni
Le scomparse nel quartiere di Porta Venezia sollevano interrogativi seri sulla sicurezza pubblica e sulla capacità delle autorità di gestire tali situazioni. Secondo uno studio del Centro Studi Internazionali, la paura crescente tra i residenti potrebbe portare a un declino del turismo e a un aumento della criminalità nel quartiere. Inoltre, si teme che la mancanza di risorse dedicate alle indagini possa ostacolare la risoluzione di questi casi.
