Come i social media influenzano la comunicazione degli adulti nel 2025

I social media non sono solo un problema per i giovani, ma rivelano una crisi più profonda tra gli adulti.

Immagina di trovarti in una sala affollata, circondato da persone che parlano e ridono, mentre tu sei immerso nel tuo smartphone. Questa è la realtà di molti adulti oggi, una generazione che ha abbracciato i social media con entusiasmo, ma che si trova spesso intrappolata in un ciclo di conflitti digitali e isolamento. La narrativa comune vuole che i giovani siano i più colpiti dai pericoli del mondo online, ma cosa accade quando ci fermiamo a riflettere? E se il vero problema fosse la crescente vulnerabilità degli adulti, che hanno perso il controllo nella loro interazione con il mondo digitale?

I numeri parlano chiaro

Uno studio condotto dal Royal Melbourne Institute of Technology ha rivelato un dato sconcertante: il 94% degli adulti intervistati ha ammesso di aver commesso atti di cyberbullismo. Questa statistica, che sembra un’aberrazione, fa parte di un quadro più ampio in cui la comunicazione online è diventata una giungla in cui la violenza verbale è all’ordine del giorno. È difficile non chiedersi: come siamo arrivati a questo punto? Come è possibile che la generazione che ha vissuto il passaggio dall’analogico al digitale si comporti in modo così distruttivo?

Il paradosso della partecipazione

Un altro studio su oltre 42.000 adulti americani ha evidenziato che coloro che trascorrono la maggior parte della giornata sui social mostrano livelli di irritabilità significativamente più elevati. Questo fenomeno è amplificato per chi è attivamente coinvolto nella pubblicazione di contenuti, suggerendo che la partecipazione alla conversazione online possa trasformare le persone in versioni più aggressive di sé stesse. È un paradosso inquietante: mentre gli adulti si lamentano della mancanza di civiltà tra i giovani, sembrano ignorare il proprio comportamento, alimentato dalla stessa piattaforma che criticano.

Un ambiente tossico

Ricordiamo l’episodio shockante del professore che ha augurato a una giovane ragazza un destino tragico. Questo evento ha scosso l’opinione pubblica, ma non è un caso isolato. Con la crescita di linguaggi incendiari e provocatori nelle comunicazioni, anche istituzionali, è chiaro che gli adulti stanno contribuendo a una cultura della polarizzazione e della violenza. Come afferma Serena Mazzini, autrice de ‘Il lato oscuro dei social network’, gli adulti hanno interiorizzato le regole di questa architettura sociale, perdendo di vista le proprie responsabilità.

La responsabilità e il cambiamento culturale

La questione centrale è: come possiamo promuovere una cultura della responsabilità tra gli adulti? La soluzione richiede un cambiamento profondo, che vada oltre leggi e normative. Dobbiamo iniziare a considerare i social media come strumenti che necessitano di una governance consapevole, in grado di restituire orizzontalità e significato alle relazioni online. Non possiamo continuare a dare per scontato che i giovani assorbano automaticamente una maturità digitale che noi stessi non dimostriamo.

Giovani in cerca di soluzioni

Contrariamente a quanto si possa pensare, i giovani stanno mostrando segni di autoconsapevolezza. Secondo il Pew Research Center, il 44% dei teenager ha ridotto l’uso dei social media. Questo dato rivela una crescente consapevolezza rispetto agli effetti deleteri che l’uso eccessivo di queste piattaforme può avere sulla salute mentale. Molti giovani sono pronti a rivendicare cambiamenti significativi per migliorare la qualità delle interazioni online.

Un futuro da costruire insieme

Non possiamo ignorare il fatto che a più di vent’anni dalla nascita dei social media, ci troviamo di fronte a un bivio. Possiamo continuare a essere schiavi di un sistema che ci distrae e ci divide, oppure possiamo scegliere di liberarci da queste catene. Come suggerisce Mazzini, la chiave per un cambiamento positivo risiede nel riconoscere che la tecnologia non è il nemico, ma deve essere trasformata in uno strumento che promuove connessione e comprensione. È tempo di abbracciare una responsabilità collettiva, perché il futuro dei social media, e delle relazioni umane, dipende da noi.

Scritto da Staff

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