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Il Plastic ha rappresentato un punto di riferimento per la nightlife milanese, un luogo dove la musica si trasforma in un manifesto di libertà e creatività. Questa storica discoteca è stata un rifugio per molti giovani che cercavano di esprimere la propria identità in un contesto sociale a volte poco accogliente.
In questo articolo, si esplorerà la storia affascinante di questo club iconico e si analizzerà perché continua a vivere nel cuore di chi lo ha frequentato.
1. L’incredibile nascita di un mito
Fondato nel 1980 da Lino Nisi e successivamente guidato dal fratello Lucio, il Plastic è divenuto rapidamente un punto di riferimento per la nightlife milanese. L’idea di un club che mescolasse moda, musica underground e cultura queer si rivelò rivoluzionaria.
Il primo volantino, datato 23 dicembre 1980, invitava gli avventori a presentarsi con abiti scuri e trucco pesante, creando un’atmosfera che catturò l’immaginazione di molti. La selezione all’ingresso era rigorosa; solo i più audaci e creativi potevano entrare in quello che era considerato un vero e proprio sancta sanctorum della nightlife.
Il club attirava anche personalità di fama internazionale, come Andy Warhol, Freddie Mercury e Grace Jones, contribuendo così a costruire la sua leggenda.
Tuttavia, il Plastic rappresentava anche un luogo in cui ogni giovane creativo poteva sentirsi a casa, lontano dagli sguardi giudicanti della società.
2. Un weekend di emozioni e scoperte
Ogni venerdì, il club si animava con il London Loves, una serata che riuniva il meglio della musica indie e punk. Qui, i frequentatori ballavano e si scambiavano idee, creando legami duraturi tra appassionati di musica e moda. Ogni settimana, si attendeva con ansia di vedere se il proprio volto sarebbe apparso tra le foto dell’album ufficiale della serata.
Il sabato sera, il club si trasformava per accogliere l’House of Bordello, un evento dedicato alla comunità queer che celebrava la diversità e la libertà di espressione. La domenica, il Match à Paris attirava solo i più fortunati, offrendo un’esperienza sonora unica sotto un soffitto di chandelier di cristallo. Ogni serata era un mix di emozioni, scoperte e connessioni.
3. La chiusura di un’era e l’eredità del Plastic
La storica sede di viale Umbria chiuse nel 2012, lasciando un vuoto incolmabile nella vita notturna milanese. Le ultime serate furono un tributo a un’epoca, con i frequentatori che si scambiavano ricordi e souvenir della loro esperienza. Tuttavia, la storia del Plastic non si concluse lì: un nuovo club, il Plastic Palace, riaprì in via Gargano, ma ricreare l’atmosfera intima e magica del locale originale si rivelò difficile.
Oggi, il Plastic è un simbolo di una generazione che ha vissuto notti indimenticabili. Anche la sua recente chiusura definitiva nel 2025 ha suscitato una valanga di ricordi e testimonianze da parte di chi ha trovato in quel locale un luogo di appartenenza. “Grazie per avermi cambiato la vita”, scriveva uno dei tanti commenti sui social, evidenziando il profondo legame tra il club e la sua comunità.
Il Plastic non è solo un club; è una leggenda che continuerà a vivere nei racconti di chi ha avuto la fortuna di ballare tra quelle mura. Mentre la nightlife di Milano evolve, l’eredità del Plastic rimane viva, un faro di libertà e creatività per le generazioni future.

