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Nel panorama cinematografico, Dracula continua a essere uno dei personaggi più affascinanti e reinterpretati della letteratura. Creato da Bram Stoker nel 1897, il Conte di Transilvania è stato protagonista di innumerevoli adattamenti, variando da film iconici a opere teatrali e influenze nella moda.
Oggi, il regista Luc Besson si cimenta con questa figura leggendaria nel suo film Dracula: l’amore perduto, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e in uscita nelle sale il 29 ottobre.
Il contesto storico e la trama
Il film di Besson ci catapulta nel cuore dell’Europa centrale nel 1480, dove il principe Vlad II è un guerriero temuto, impegnato a difendere il suo regno dai barbarici invasori ottomani.
Ma sotto la sua corazza di guerra, batte un cuore capace di un amore profondo per la principessa Elisabetta, la sua dolce metà. La loro passione è così intensa che Vlad è disposto a sacrificare tutto pur di proteggerla.
Una tragedia inaspettata
Tuttavia, il destino si rivela crudele: dopo una battaglia vittoriosa, Vlad scopre che Elisabetta è stata tradita e uccisa. Giunto troppo tardi, il suo dolore è così profondo da spingerlo a rinnegare Dio, pronunciando parole che lo condanneranno all’eternità: “Dite al vostro Dio che non gli appartengo più, finché non riporterà a me la mia amata”.
Questa maledizione lo trasforma in un vampiro, intrappolato in un’esistenza di solitudine e oscurità.
Un salto temporale verso il futuro
La narrazione di Besson avanza di seicento anni, portandoci nel 1880 a Parigi, dove il prete Christoph Waltz, in un ruolo simile a quello di Van Helsing, è chiamato a indagare su un caso di vampirismo che coinvolge Maria de Montebello, interpretata da Matilda De Angelis. La giovane donna, promessa sposa di un console britannico, è in realtà una non-morta, segnata dall’incontro con Dracula. La sua storia si intreccia con quella di Mina Murray, un’altra figura chiave, che risveglia in Vlad i ricordi di un amore perduto.
Un amore che sfida il tempo
La pellicola di Besson si discosta da molte versioni precedenti, ponendo l’accento sul lato romantico della storia piuttosto che sugli elementi horror. Il regista stesso ha dichiarato: “Ho dimenticato che si tratta principalmente di una storia d’amore, non di sangue e terrore”. La ricerca di Vlad per riabbracciare la sua amata diventa il fulcro dell’intera narrazione, un tema che risuona attraverso i secoli e invita a riflettere su cosa si è disposti a sacrificare per l’amore.
Un cast di talento e una visione unica
Caleb Landry Jones, che interpreta Vlad, porta sullo schermo un’interpretazione carismatica e intensa, quasi da rockstar, mentre Zoë Bleu incarna Mina, evocando la dolcezza e la malinconia di un amore impossibile. Matilda De Angelis, nel ruolo di Maria, aggiunge un tocco di audacia e mistero, rendendo il film ancora più affascinante.
Il film si distingue non solo per la sua narrativa avvincente, ma anche per la sua estetica visiva. Con un uso estensivo della CGI, Besson riesce a creare un’atmosfera unica, che ricorda le favole oscure e i racconti gotici, perfettamente in linea con il tema centrale della pellicola.
Le riflessioni finali
Dracula: l’amore perduto si presenta come un’opera che sfida le convenzioni, invitando lo spettatore a immergersi in una storia di passione e sacrificio. Con un messaggio profondo sull’amore eterno, il film di Luc Besson potrebbe non essere il classico horror che ci si aspetta, ma è certamente una riflessione coinvolgente sulla natura umana e sulla sua lotta contro il tempo.

