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La cucina italiana ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dall’Unesco, diventando patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Questo traguardo, che ha richiesto anni di impegno e passione, celebra non solo i piatti e gli ingredienti, ma l’intero modo di vivere e condividere il cibo in Italia.
Il percorso per arrivare a questo risultato è stato lungo e complesso, segnato da una fervente collaborazione tra chef, associazioni e cittadini, tutti uniti per valorizzare una tradizione culinaria che è molto più di una semplice pratica gastronomica.
Il ruolo di Maddalena Fossati Dondero
Una figura chiave in questa storia è stata Maddalena Fossati Dondero, direttrice de La Cucina Italiana. Il suo sogno di vedere la cucina italiana riconosciuta a livello internazionale ha preso forma durante la pandemia, un momento in cui il cibo ha assunto un significato ancora più profondo per le persone.
Un’idea che nasce in un momento difficile
Fossati ha iniziato a lavorare su questa candidatura in un periodo di isolamento, quando molti si sono riuniti attorno ai fornelli per trovare conforto e connessione. La sua visione era chiara: la cucina non doveva essere rappresentata solo da piatti o ricette, ma come un elemento di identità collettiva e un modo di vivere.
Collaborazione tra chef celebri
Un altro tassello fondamentale è stato il coinvolgimento di alcuni dei più rinomati chef italiani.
Durante un evento speciale, Massimo Bottura ha presentato i suoi tortellini in crema di Parmigiano Reggiano, un piatto simbolo della tradizione emiliana. La scelta di Bottura non è stata casuale; ha voluto dimostrare come la cucina italiana sia un esempio di eccellenza.
Innovazione e tradizione
In un dialogo creativo con Antonino Cannavacciuolo, Bottura ha deciso di reinventare il piatto, creando il Tortellino Napoli-Modena andata e ritorno. Questa fusione di influenze regionali ha rappresentato perfettamente la ricchezza e la varietà della cucina italiana.
Il risultato è stata una sinfonia di sapori che ha catturato l’essenza della cucina italiana: un continuo scambio culturale che abbraccia il passato e lo arricchisce con nuove idee.
Il riconoscimento dell’Unesco
Finalmente, dopo cinque anni di lavoro e dedizione, l’Unesco ha dato il suo assenso. Questo non è solo un traguardo personale per Fossati e gli chef coinvolti, ma un riconoscimento che eleva la cucina italiana a simbolo di cultura condivisa. “La cucina italiana è un patrimonio sociale”, ha dichiarato Fossati, sottolineando l’importanza del cibo come atto di accoglienza e condivisione.
Il riconoscimento dell’Unesco non è solo un marchio di qualità; è un invito a riflettere su come il cibo possa unire le persone e celebrare la diversità. La cucina italiana, quindi, diventa un linguaggio universale che parla di identità e comunità.
Prospettive future
Guardando al futuro, Fossati esprime il desiderio di avviare progetti educativi nelle scuole, insegnando ai giovani la storia della cucina italiana e l’importanza degli ingredienti locali. “Se impariamo a mangiare bene, possiamo migliorare la società”, afferma, evidenziando come la cultura alimentare possa influenzare positivamente la comunità.
Il percorso per arrivare a questo risultato è stato lungo e complesso, segnato da una fervente collaborazione tra chef, associazioni e cittadini, tutti uniti per valorizzare una tradizione culinaria che è molto più di una semplice pratica gastronomica.0
Il percorso per arrivare a questo risultato è stato lungo e complesso, segnato da una fervente collaborazione tra chef, associazioni e cittadini, tutti uniti per valorizzare una tradizione culinaria che è molto più di una semplice pratica gastronomica.1

