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Negli ultimi anni, l’Est Europa ha guadagnato attenzione nel panorama della moda internazionale, proponendo una visione che sfida gli stereotipi e celebra la diversità culturale. Balkan Atelier, un marchio emergente rumeno, rappresenta un chiaro esempio di come l’architettura brutalista e un’estetica audace possano fondersi in creazioni uniche. I fondatori Stefan Dragic e Vasilis Marlantis stanno riscrivendo le regole della moda, partendo dalle periferie e abbracciando identità fluide.
Il progetto di Balkan Atelier non si limita a rappresentare la Romania, ma mira a trascendere le barriere culturali attraverso simboli e linguaggi innovativi. Durante la presentazione al Mercedes-Benz Bucharest Fashion Week, intitolata MRACONIA, è stato creato un ambiente che ricorda un archivio vivente, in cui storia e arte urbana si mescolano. L’approccio di Dragic e Marlantis consiste nel portare i simboli della loro terra altrove, sfidando le convenzioni.
Il termine Mraconia non è solo un nome, ma rappresenta un affluente del Danubio che evoca ricordi d’infanzia per Dragic. Cresciuto in una zona caratterizzata da un’architettura imponente e da un paesaggio naturale, Dragic riflette su come queste esperienze abbiano influenzato la sua visione estetica. Allo stesso modo, Marlantis porta con sé l’influenza della sua infanzia in Grecia, dove ha vissuto un contrasto tra la luminosità mediterranea e l’atmosfera più austera della Romania.
La regione balcanica è frequentemente associata a pregiudizi e visioni stereotipate. Dragic e Marlantis si impegnano a modificare questa narrativa. “Da ragazzo, mi vergognavo di dire che venivo dalla Romania”, confessa Dragic, “ma oggi vogliamo mostrare che la nostra gente e le nostre idee sono molto più di quanto si possa immaginare”. Questo desiderio di sfidare le aspettative rappresenta il fulcro del loro lavoro.
Balkan Atelier non intende presentare una versione idealizzata dei Balcani, ma piuttosto una reinterpretazione delle loro complessità. La Portal Bag, uno dei loro accessori di punta, simboleggia questa esplorazione. Con il suo design innovativo, la borsa invita a riflettere sui confini, siano essi geografici, culturali o linguistici. Marlantis spiega: “Non ci interessa il folklore, ma vogliamo riportare alla luce simboli dimenticati e darle nuova vita”.
Avviare un marchio di moda lontano dai centri tradizionali presenta sfide significative. Dragic ricorda i primi passi a Bucarest, dove l’accesso a materiali e produttori risultava limitato. Tuttavia, l’incontro con Marlantis a Milano ha rappresentato un punto di svolta, dando vita al primo prototipo della Portal Bag. “Milano rappresenta per noi possibilità e professionalità”, afferma Marlantis, evidenziando l’importanza della città come laboratorio creativo.
Il duo sta costruendo una rete di produzione in Toscana, collaborando con artigiani locali per realizzare prodotti di alta qualità. L’artigianato italiano rappresenta un obiettivo fondamentale, afferma Marlantis. Nonostante il marchio si collochi nel segmento del lusso, Dragic e Marlantis si impegnano a mantenere un approccio sostenibile, ispirato da pratiche di riciclo radicate nella cultura balcanica. Le persone che raccolgono metalli per strada sono parte della vita sociale e rappresentano un’economia circolare spontanea, spiega Dragic.
Con l’intento di far brillare la propria visione innovativa, Balkan Atelier si prepara a presentare le sue collezioni nelle passerelle più esclusive, tra cui Milano e Parigi. “Vogliamo attrarre persone curiose, pronte a scoprire un modo nuovo di vivere la moda”, afferma Dragic. La storia del brand rappresenta una testimonianza di come la creatività possa prosperare anche in contesti complessi, creando un ponte tra passato e futuro, tra identità e innovazione.
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