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Il mercato immobiliare italiano ha mostrato segni di recupero dopo una fase di stagnazione. I dati dell’ISTAT evidenziano un aumento medio dei prezzi delle abitazioni del 3,2% rispetto all’anno precedente, con punte del 5% nelle grandi città come Roma e Milano.
Le principali variabili che influenzano il mercato includono i tassi di interesse, attualmente fissati al 2,5% dalla Banca Centrale Europea, e l’andamento dell’inflazione, che si attesta intorno al 2%. Inoltre, il tasso di disoccupazione è diminuito al 7,1%, incoraggiando la domanda di immobili.
La domanda di immobili è aumentata grazie a un interesse crescente per il lavoro remoto, spingendo molti a cercare abitazioni in località meno urbane. Tuttavia, l’offerta è stata limitata, con un calo del 15% nelle nuove costruzioni rispetto all’anno precedente, il che ha contribuito a mantenere i prezzi stabili.
Le differenze regionali sono marcate: il Nord Italia ha visto un incremento dei prezzi del 4%, mentre il Sud ha registrato un aumento più contenuto, attorno al 2%. Questo divario è spesso attribuito a fattori economici e infrastrutturali.
Le previsioni indicano un ulteriore incremento dei prezzi nel 2026, stimato attorno al 3,5% a livello nazionale. Tuttavia, le incertezze legate alle politiche monetarie e all’andamento globale potrebbero influenzare queste proiezioni.
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