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Presentato in anteprima al Festival di Venezia 2025, ‘La valle dei sorrisi’ di Paolo Strippoli si distingue nel panorama del cinema horror, introducendo elementi di suspense e profonde riflessioni sui temi dell’identità e dell’appartenenza. Ambientato nelle splendide montagne del Friuli-Venezia Giulia, il film utilizza paesaggi come Tarvisio e Sappada per evocare un’atmosfera di isolamento e mistero.
Il racconto ruota attorno a Remis, un villaggio dove gli abitanti sembrano vivere in una felicità innaturale. Qui, il nuovo insegnante di educazione fisica, Sergio Rossetti (interpretato da Michele Riondino), si trova a dover affrontare il suo passato tormentato e a confrontarsi con la realtà inquietante che si cela dietro questa apparente serenità.
Un mondo di illusioni
Remis si presenta come un luogo ideale per Sergio, ma il suo incontro con Michela (interpretata da Romana Maggiora Vergano), proprietaria della locanda locale, rivela una verità inquietante.
Una volta alla settimana, gli abitanti si riuniscono per abbracciare Matteo Corbin (Giulio Feltri), un giovane dotato di un potere straordinario: quello di assorbire il dolore altrui. Questo rituale crea un forte contrasto con l’apparente armonia del villaggio, rivelando un oscuro prezzo da pagare per la serenità.
Il sacrificio e il dolore
Il film di Strippoli non si limita a spaventare, ma offre una critica approfondita alla dinamica del sacrificio collettivo.
Matteo, un adolescente queer, diventa simbolo di come il dolore possa essere accolto e rimosso dalla comunità. La sua esistenza rappresenta sia una forma di salvezza che di condanna, evidenziando le complessità delle relazioni umane e delle aspettative sociali.
Tematiche di crescita e identità
La storia si sviluppa non solo come un thriller, ma anche come un viaggio di crescita personale per Sergio. Attraverso il suo tentativo di salvare Matteo, emerge un tema centrale: il conflitto tra il bisogno di appartenenza e la ricerca della verità. L’alleanza tra il protagonista e Michela diventa cruciale, mentre cercano di svelare il mistero che avvolge il giovane e il suo ruolo nella comunità.
Il prezzo della felicità
‘La valle dei sorrisi’ affronta anche il concetto di felicità apparente. Gli abitanti del villaggio vivono in una realtà in cui le emozioni sono represse e la serenità è una sorta di religione. Strippoli utilizza questa dinamica per mettere in discussione la vera natura della felicità e il costo che comporta. Il film invita a riflettere su come l’assenza di dolore possa portare a una vita superficiale e priva di significato.
In conclusione, ‘La valle dei sorrisi’ è un’opera che sfida le convenzioni del genere horror, mescolando elementi di poesia e suspense per creare un racconto che esplora la fragilità dell’identità umana e il desiderio di appartenenza. Con un approccio innovativo e un uso sapiente delle atmosfere, Paolo Strippoli riesce a trasmettere un messaggio potente: il dolore e la sofferenza possono essere parte integrante del nostro percorso verso la vera felicità.

