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La Florence Biennale 2025, che si svolgerà dal 18 al 26 ottobre alla Fortezza da Basso di Firenze, si preannuncia come un evento straordinario, non solo per la sua storica location. Tra i momenti più attesi figura l’installazione di Patricia Urquiola, una delle designer più rispettate a livello internazionale.
Con il suo progetto intitolato Transitions, Urquiola invita i visitatori a immergersi in un’esperienza che va oltre il semplice design: si tratta di un viaggio che combina forma, funzione ed emozione.
Un’installazione che sfida le convenzioni
All’ingresso dello spazio espositivo, colpisce una parete semitrasparente realizzata con legno d’abete e policarbonato riciclati. Questo elemento non è solo un confine fisico, ma rappresenta un invito a guardare oltre la superficie.
Ogni visitatore è spinto a esplorare e a scoprire connessioni nascoste, un chiaro esempio del metodo progettuale di Urquiola, sempre alla ricerca di un dialogo tra materiali, tradizione e innovazione.
Al centro di Transitions si trova un tema fondamentale: il dialogo tra mondi diversi. La designer spagnola utilizza materiali di nuova generazione accostati a riferimenti tradizionali, creando un’atmosfera in cui ogni pezzo racconta una storia di trasformazione e evoluzione. Qui, il design non è solo un oggetto da osservare, ma un’esperienza da vivere.
Ogni opera diventa una tappa di un percorso che stimola l’immaginazione e la sensibilità del pubblico, invitandolo a riflettere sul proprio rapporto con la materia.
Opere che raccontano storie di sostenibilità
Tra le opere esposte, spicca Mon-Cloud per Cassina, non una semplice poltrona, ma un manifesto di accoglienza e sostenibilità. La sua struttura in metallo è avvolta da imbottiture in fibra di poliestere riciclato e cuscini morbidi, creando un abbraccio che coniuga comfort e responsabilità ambientale. Questo pezzo sottolinea l’importanza della circolarità nel design: l’uso di poliuretano è ridotto al minimo, e il sistema è disassemblabile al 99,85%, aprendo la strada a pratiche di produzione sostenibile.
Non meno interessante è Gruuvelot per Moroso, un sistema modulare che si evolve continuamente. I suoi volumi organici si adattano e mutano, creando un arredo che vive e respira. Grazie a tecniche innovative di stampa a base d’acqua, il design riduce drasticamente l’impatto ambientale, con una riduzione del 90% nel consumo idrico e dell’80% nelle emissioni di gas serra. Ogni elemento di questo progetto parla di un design che si evolve insieme alle persone e al contesto in cui vive.
Patricia Urquiola: una carriera costellata di successi
Il 23 ottobre, Patricia Urquiola sarà premiata con il Premio Internazionale “Leonardo da Vinci” alla Carriera per il suo straordinario contributo al design contemporaneo. Questo riconoscimento sottolinea il legame tra la designer e la città di Firenze, un luogo che ha sempre ispirato creativi di ogni genere. La carriera di Urquiola, iniziata con una laurea al Politecnico di Milano, è stata costellata di successi, collaborazioni con marchi iconici e premi prestigiosi che la pongono tra le figure di riferimento nel panorama del design internazionale.
Le sue opere, oggi parte delle collezioni permanenti di musei come il MoMA di New York e il Vitra Design Museum di Basilea, dimostrano come il suo pensiero innovativo e la sua visione eclettica abbiano saputo lasciare un segno indelebile. Con ogni progetto, Urquiola non solo crea oggetti, ma costruisce esperienze che parlano di cultura, sostenibilità e connessione umana.

