Scopri la mostra ANIMATI: una fusione tra arte e intelligenza artificiale

Non crederai mai a come la tecnologia sta cambiando il modo in cui percepiamo l'arte. La mostra ANIMATI ci invita a riflettere sul nostro ruolo nell'era dell'AI.

Le sale espositive del MUFoco sono pervase da un’atmosfera intrigante e stimolante grazie alla mostra ANIMATI. Curata da Chiara Bardelli Nonino e supportata da Giacomo Mercuriali ed Emanuele Amighetti, questa esposizione non è semplicemente un allestimento di fotografie. È un’esperienza immersiva che invita i visitatori a interrogarsi sulla propria umanità e sul ruolo sempre più centrale dell’intelligenza artificiale nella nostra vita quotidiana.

Con ben 137 opere di 77 artisti, la mostra promette di rivelare molto di più di ciò che appare a prima vista. Sei pronto a scoprire cosa si nasconde dietro queste immagini?

Un concept audace: l’arte che parla di noi

La mostra ANIMATI si basa su un’idea provocatoria: cosa significa essere umani oggi, in un mondo in cui le macchine e l’intelligenza artificiale sembrano prendere il sopravvento? Chiara Bardelli Nonino ha voluto esplorare queste tematiche partendo dall’archivio del museo, scegliendo di non commissionare nuove opere ma di valorizzare quelle esistenti.

Il titolo stesso, ANIMATI, richiama un significato profondo di soggetti dotati di anima, ponendo domande sull’etologia e sul comportamento umano. Ti sei mai chiesto come queste questioni influenzano la nostra vita quotidiana?

Il sottotitolo, God Human Animal Machine, è una citazione dal libro di Meghan O’Gieblyn e sottolinea la connessione tra l’umanità e l’intelligenza artificiale. In questo contesto, le fotografie non sono solo immagini; sono spunti per una riflessione più ampia su come percepiamo e interpretiamo il mondo che ci circonda.

La mostra si trasforma così in un esperimento curatoriale, dove il pubblico è chiamato a partecipare attivamente e a dare un senso personale alle opere esposte. Non è affascinante pensare a come l’arte possa aprire nuove prospettive sulla nostra esistenza?

CLIP: l’AI che seleziona le immagini

Uno degli aspetti più innovativi della mostra è l’uso di CLIP, un programma di computer vision sviluppato da OpenAI. Questo strumento ha il compito di associare parole chiave a immagini, permettendo una selezione che riflette le associazioni più sorprendenti e significative. Bardelli Nonino spiega come questo processo abbia permesso di analizzare circa 12.000 schede catalografiche, creando un dialogo inedito tra le fotografie e le parole che le accompagnano. Ma cosa succede se non riveliamo immediatamente il legame tra ogni immagine e la query corrispondente?

La scelta di mantenere un certo mistero è stata deliberata. Questo approccio stimola la curiosità e invita il pubblico a esplorare liberamente le opere, senza pregiudizi o influenze esterne. “Volevamo che il visitatore avesse una visione più aperta e meno direzionata,” afferma Bardelli Nonino, sottolineando l’importanza di un’esperienza attiva nell’interpretazione dell’arte. Ti senti pronto a immergerti in questo viaggio di scoperta?

Un allestimento che sfida le convenzioni

La disposizione delle opere richiama i Salon francesi dell’Ottocento, con fotografie affastellate che richiamano l’esperienza dello scrolling sui social media. Questa scelta non è casuale: l’intento è quello di riflettere su come oggi siamo bombardati da immagini, spesso senza un contesto chiaro. Bardelli Nonino osserva come questo approccio possa generare nuove opportunità per un’educazione visiva critica. Hai mai pensato a come il nostro modo di vedere l’arte sia cambiato con l’avvento dei social media?

Il pubblico è invitato a chiedersi cosa stia realmente guardando. Le immagini esposte, infatti, possono rivelare contraddizioni e spunti di riflessione su temi di grande rilevanza sociale. Ad esempio, l’AI tende a preferire immagini archetipiche o simboliche, come una casetta da disegno quando gli viene chiesto di rappresentare “casa”. Questa scelta solleva interrogativi sulla nostra percezione e sull’interpretazione delle immagini nella società contemporanea. Non sarebbe interessante esplorare questi concetti più a fondo?

In conclusione, la mostra ANIMATI non è solo un’esperienza visiva, ma un invito a esplorare la complessità del nostro rapporto con l’arte e la tecnologia. Attraverso un uso innovativo dell’intelligenza artificiale e un allestimento che stimola la riflessione, Bardelli Nonino e il suo team ci invitano a riconsiderare il nostro ruolo nel panorama artistico attuale. Non perdere questa opportunità unica di vedere l’arte sotto una nuova luce!

Scritto da Staff
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