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Il Teatro San Carlo di Napoli si prepara ad accogliere una delle opere più attese degli ultimi anni: Partenope, l’unica opera lirica scritta da Ennio Morricone, finalmente in scena dopo trent’anni di attesa. Questa rappresentazione, diretta da Vanessa Beecroft, si colloca nel contesto delle celebrazioni per il 2500esimo anniversario dalla fondazione della città, un evento che unisce arte, storia e cultura.
Il legame tra Napoli e la figura di Partenope
Per Beecroft, Napoli non è solo una città, ma un riflesso della sua anima. L’artista, che ha avviato il suo percorso con Lia Rumma nel 1997, ha sempre trovato in Napoli una fonte di ispirazione. La figura di Partenope, sirena simbolo della città, occupa un ruolo centrale nella narrazione, rappresentando un’identità in continua rigenerazione. L’opera inizia con l’assenza, in cui la musica di Morricone non viene mai presentata in anticipo, stimolando l’immaginazione visiva attraverso il libretto.
Il mito di Partenope
Partenope è descritta come una figura che vive nell’ombra, una creatura alla ricerca del proprio posto nel mondo. La sua storia è caratterizzata da dolore e rinascita: nonostante le perdite, continua a dare vita a Napoli. Beecroft narra come la sirena si muova tra il mondo umano e il regno degli abissi, intraprendendo un viaggio che culmina in un atto di sacrificio e trasformazione. La sua morte non rappresenta la fine, ma l’inizio di una nuova vita per la città.
La regia di Vanessa Beecroft e l’arte visiva
La regia di Beecroft per Partenope si distingue per una forte componente visiva. Il palco è suddiviso in due parti, richiamando la pittura rinascimentale, dove i corpi delle interpreti diventano altorilievi viventi. Con una composizione simile ai tableaux vivants, Beecroft gioca con l’immobilità e la frontalità per creare un effetto di duplicazione. Sei figure di Partenope, tre coppie di gemelle, si fronteggiano, dando vita a un gioco di specchi che esplora la dualità della protagonista.
Elementi scenografici e costumi
I costumi, progettati in collaborazione con Daniela Ciancio, sono realizzati con veli leggeri che si sovrappongono, creando un effetto di trasparenza e mistero. Le figure femminili, vestite in tute color carne, accentuano la sensazione di nudità artistica, caratterizzata da un significato profondo e non erotico. Le figure maschili, rappresentate da Melanio e dal narratore, introducono un contrasto significativo, arricchendo la narrazione con voci che raccontano il mito in una dimensione più umana.
Il significato di Partenope per Napoli e per la musica
Con Partenope, Ennio Morricone ha creato un’opera di grande impatto che riflette l’essenza di Napoli. Questa nuova produzione, diretta da Riccardo Frizza, unisce le voci del Coro del Teatro di San Carlo e dell’orchestra, creando un’atmosfera che avvolge lo spettatore in un abbraccio sonoro. Le melodie evocative, che richiamano le colonne sonore del compositore, si fondono con le voci liriche, dando vita a un racconto che risuona nel cuore della città.
La performance culmina in un’esperienza visiva e uditiva, invitando il pubblico a riflettere sulla storia e sull’identità di Napoli. L’opera, che si svolge in circa cinquanta minuti, trasporta gli spettatori in un viaggio che attraversa il tempo e lo spazio, fondendo mito e realtà.
Un evento da non perdere
Le date di rappresentazione, il 12 e il 14 dicembre, segnano un momento fondamentale nel panorama culturale di Napoli. Con Partenope, la città celebra la sua fondazione e riporta alla luce un’opera che ha atteso troppo a lungo di essere ascoltata. Questo evento rappresenta un atto di amore verso la città e la sua storia, offrendo un’opportunità per riscoprire le proprie radici attraverso la musica e l’arte.

