Aporofobia: odio, rifiuto e paura dei poveri

Non tutti i termini che includono la parola fobia sono disturbi fobici, alcuni sono pregiudizi e rifiuto eccessivo verso qualcosa o, più frequentemente, verso qualcuno. È il caso dell’aporofobia o della paura dei poveri, un problema sociale sempre più frequente che accade non solo di ignorare le persone più svantaggiate, ma anche di disprezzarle. Un tipo di fobia che annulla completamente l’empatia. Vi raccontiamo tutto sull’aporofobia nel nostro dizionario delle fobie.

Cos’è l’aporofobia

L’aporofobia è la paura dei poveri e degli indigenti. Ma attenzione perché non è una fobia in quanto tale, ma un rifiuto profondo. È un atteggiamento, un atteggiamento discriminatorio, né più né meno, che non fa altro che perpetuare le disuguaglianze sociali e mantenere le persone con minori risorse in una situazione di esclusione sociale.

Il fenomeno dell’aporofobia è ancora curioso perché siamo tutti commossi quando vediamo bambini malnutriti in televisione in paesi lontani. Eppure guardiamo dall’altra parte quando li abbiamo vicini. Perché sono qui, in metropolitana, dormono alla cassa, alle porte del supermercato, seduti in qualsiasi strada della nostra città a ricordarci che la vita prende troppi giri per riuscire a digerirli tutti.

Quel senzatetto che non guardiamo nemmeno quando entriamo nel supermercato suscita qualcosa dentro di noi, qualcosa di molto spaventoso. Perché in fondo sappiamo che non domani, ma dopodomani, siamo noi a poter prendere il loro posto. Puoi perdere tutto nella vita? Si può fare, e ne sono la prova, una prova che ci mette a disagio e che rifiutiamo.

Cause dell’aporofobia

Da quella paura di perdere tutto, da quella scomoda verità che non vogliamo chiederci, nasce l’aporofobia o la paura dei poveri. Ma ci sono altre cause, come gli stereotipi sociali, che sono più valide di quanto pensiamo. Una sorta di superiorità morale ci impedisce di sviluppare empatia per quelle persone che non hanno nulla.

Non mancano quelle persone che per la loro ideologia pensano che se hanno raggiunto quell’estrema povertà o sono già nate in quella situazione, ciò sia dovuto a una sorta di giustizia divina? Avranno fatto qualcosa, o ci sarà qualche motivo per cui sono in povertà. E continuiamo a guardare dall’altra parte nel caso in cui la sfortuna ci veda passare vicino a lei e voglia venire con noi.

L’aporofobia è anche legata alla xenofobia. Non tutti i poveri che popolano le strade e i rifugi sono stranieri, ma molti di loro lo sono. E la xenofobia sappiamo già che non è un rifiuto dello straniero, ma dello straniero povero.

Conseguenze dell’aporofobia

Questo rifiuto dei poveri ha conseguenze che riguardano quei poveri, noi stessi e noi come società. L’aporofobia ci trasforma in una società disumanizzata, caritatevole nella migliore delle ipotesi, ma poco efficace nell’aiutare a risolvere un problema, quello della povertà, che dovrebbe davvero riguardare tutti noi.

Una menzione speciale meritano i casi di violenza nei confronti degli indigenti causati da questa aporofobia nel suo grado più pericoloso, il che ci porta a chiederci quale tipo di persona sia in grado di aggiungere ulteriori sofferenze alle persone che già vi abitano. Con la violenza o l’ignoranza, basta guardare dall’altra parte, la nostra qualità umana scende a picchi infernali.

Logicamente, la parte peggiore delle conseguenze dell’aporofobia è sopportata dai protagonisti, i poveri, che trovano impossibile uscire da quella situazione. Sono grati per ogni atto di carità, ma aspettano un altro gesto di generosità, una mano tesa non per ricevere, ma per aiutarli a risollevarsi e fornire loro le risorse necessarie per uscire dalla povertà.

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