Margherita Vicario, esce il nuovo singolo Abauè

Margherita Vicario è la nuova voce dell'anti trap italiano. Il suo nuovo singolo celebra la fine di un genere musicale pericoloso.

Margherita Vicario è una voce completamente originale nel nostro panorama italiano. Dopo anni da cantautrice, e un solido passato da attrice e regista, la giovanissima Margherita ha deciso di far compiere alla propria musica una svolta decisamente drastica, passando dalle melodie e dalle tematiche tipiche del cantautorato italiano alle cantilene martellanti che negli ultimi anni hanno fatto letteralmente il boom di ascolti e di fan soprattutto tra i giovanissimi che ascoltano Ghali, idolatrano Sfera Ebbasta, seguono le vicissitudini legali e amorose della Dark Polo Gang e osannano Achille Lauro come il Vasco Rossi della nuova generazione. Con il suo nuovo singolo Abaué Margherita Vicario passa oltre la trap e denuncia una cultura maschilista e pericolosa.

Margherita Vicario: Abaué

Classe 1988 ma già alle spalle moltissime esperienze importanti nel mondo del cinema (è stata diretta in qualità di attrice da Lamberto Bava e Woody Allen) e della musica (ha scritto brani che sono entrati nelle colonne sonore di diverse serie televisive). Forte, riflessiva e con moltissimo da dire, la Vicario ha deciso di riflettere sulla situazione della musica attuale in Italia e a livello internazionale, mettendo sotto accusa i valori – ma soprattutto i disvalori – della musica trap.

Per farlo ha scritto il pezzo Abaué, il cui titolo è una parola che non esiste: si tratta infatti della trascrizione approssimativa dell’espressione francese “Ah… bah… ouais” che vuol dire “Ma sì, certo!” e che nell’immaginario di Margherita Vicario si è trasformata in un’espressione di ottimismo e fiducia.

Il funerale della trap

Il singolo Abaué parla di tutta la mitologia urbana che si è costruita intorno alla musica trap ma soprattutto intorno ai ragazzi che la scrivono e la cantano. Per rendere più forte la denuncia che ha voluto portare contro il modo di vivere ispirato dalla trap, la Vicario ha voluto prendere a prestito da questo genere musicale sonorità martellanti e cantilenanti sia nel testo sia nella musica (che in realtà è nata da soli quattro accordi di violoncello riarrangiati da un professionista perché avessero un mood “drammatico e orchestrale”.

La canzone parla del suicidio di un giovane trapper: il sottotitolo del brano è infatti “Morte di un trap boy” e, come ha spiegato l’autrice, è ispirata a fatti di cronaca. Margherita Vicario ha visto il servizio di una televisione svizzera in merito a un ragazzo che era diventato dipendente da uno sciroppo per la tosse a base di codeina che veniva assunto assieme a una bibita gasata per simulare gli effetti dell’eroina. Il ragazzo aveva spiegato di aver cominciato a drogarsi in questo modo dopo aver ascoltato brani trap in cui se ne parlava.

La reazione delle donne

Dopo aver preso coscienza di quanto fosse diventata dannosa la musica trap per i giovani che la ascoltano e anche per l’intera società, la Vicario ha voluto scrivere un pezzo che parlasse del ruolo delle donne nella lotta ai valori maschilisti e autolesionisti della trap. La sua speranza è che dopo di lei vengano altre cantautrici in grado di insegnare alle donne la resilienza e la capacità di non farsi ingabbiare in stereotipi tossici.

Scritto da Olga Luce

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