Dente del giudizio: prendere o lasciare?

I denti del giudizio sono spesso causa di grande preoccupazione: il pensiero di rimuovere un dente può essere davvero spaventoso. Analizziamo insieme, allora, a cosa servono i denti del giudizio e quando è necessario toglierli.

In questo articolo parleremo della funzione, dei problemi e dell’estrazione dei denti del giudizio, esaminando i pareri e i consigli degli esperti.

Per il dente del giudizio… ci vuole giudizio!

I denti del giudizio sono i denti più esterni di tutta l’arcata dentale, quelli che crescono proprio a ridosso della gola, sostanzialmente inutili e perciò spesso si procede all’estrazione. Sono i terzi e ultimi molari e i dentisti li chiamano anche “ottavi” perché, partendo dall’incisivo centrale, il dente del giudizio è l’ottavo dente che si conta andando indietro verso l’interno della bocca (dopo l’incisivo laterale, il canino, i due premolari e gli altri due molari). Il nome si deve al fatto che non spunta in età scolare insieme a tutti gli altri denti, bensì solo anni più tardi, in media tra i 18 e i 30 anni: proprio l’età che – un tempo – era quella in cui si metteva da parte l’ingenuità dell’adolescenza.

Non bisogna credere, tuttavia, che i denti del giudizio appaiano tutt’a un tratto, da un giorno all’altro. La loro comparsa è annunciata da dolori e gonfiori, spesso perché spingendo verso l’alto premono su gli altri denti dell’arcata dentale o semplicemente creano tensioni nuove nell’equilibrio fisiologico del palato.

Ci sono casi, inoltre, in cui gli ottavi non completano il proprio sviluppo e rimangono seminascosti sotto le gengive: è quel che succede, ad esempio, quando il dente non trova spazio a sufficienza per uscire del tutto, la sua spinta è deviata in senso orizzontale e le radici del molare accanto cozzano contro la testa del dente del giudizio.

Un dente che viene dal passato

L’ottavo è un dente particolare, con “regole” tutte sue. Sappiamo che non ha un ruolo attivo nella masticazione: la sua posizione è troppo arretrata per riuscire a intercettare il cibo e masticarlo. La collocazione in fondo alla bocca, ovviamente, non giova particolarmente nemmeno alla struttura ossea di mandibola e mascella, e non contribuisce affatto all’aspetto estetico del volto.

Allora a cosa serve il dente del giudizio? In realtà, si tratta di un elemento residuale, che l’uomo di oggi ha ereditato dai suoi antenati vissuti circa un milione di anni fa, quando l’alimentazione si basava su cibi molto duri, stopposi e difficili da digerire. L’uomo era dunque dotato di una mandibola molto sviluppata, forte e muscolosa, provvista di un’altrettanto forte arcata dentale. In quel caso, dunque, il terzo molare era necessario, per soddisfare le esigenze di una lunga e complessa masticazione.

Col passare dei secoli le abitudini alimentari dell’uomo sono cambiate, la mandibola si è ristretta e i denti del giudizio stanno pian piano scomparendo dal patrimonio genetico umano.Questa evoluzione è però molto lenta e per ora gli esseri umani sono ancora provvisti di denti del giudizio. La sovrapposizione con una mandibola di dimensioni contenute crea vari problemi di spazio, perché l’ossatura della parte inferiore del volto impedisce od ostacola il corretto sviluppo dei terzi molari.

Problemi di spazio

Innanzitutto, anche nel caso in cui gli ottavi fuoriescano dritti, è molto difficile arrivare con lo spazzolino in un angolo così arretrato della bocca e quindi è quasi impossibile tenere i denti del giudizio perfettamente puliti e in salute.

Quando invece nascono storti, danneggiano la posizione e l’allineamento degli altri molari, sviluppando spinte e tensioni che possono arrivare addirittura a far ruotare i denti più sottili, come incisivi e canini. Queste sollecitazioni possono diventare molto fastidiose, se non addirittura dolorose, e richiedono un intervento ortodontico per essere tenute sotto controllo. Infine, proprio per le loro caratteristiche, i denti del giudizio possono essere di ostacolo a una corretta masticazione e alla pronuncia di alcune parole.

Ci sono scuole di pensiero differenti sulla necessità di estrarre il dente del giudizio: c’è chi vorrebbe esportarlo in ogni caso, chi invece sostiene che non è sempre necessario procedere con l’estrazione. In effetti, quando i denti sono perfettamente allineati e non hanno problemi di salute, gli ottavi potrebbero restare nella loro sede naturale a tempo indeterminato. Bisogna considerare però che la difficile pulizia può creare disturbi gengivali, infiammazioni e parodontiti, fattori che possono portare a procedere con l’estrazione. Quest’ultima diventa inevitabile nel caso in cui si sviluppino ascessi dentali e cisti, e soprattutto carie e pulpiti (è infatti inutile intervenire con otturazione e devitalizzazione).

Ovviamente l’asportazione è consigliata anche quando un ottavo non allineato causa problemi di affollamento dentale e spinge contro gli altri denti: oltre a una spiacevole sensazione di dolore, questa situazione può degenerare al punto tale da ritrovarsi con una dentatura storta ed esteticamente poco soddisfacente.

Scritto da Sabrina Rossi

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