Un sospettato dell’omicidio del giocatore di football dell’Università dello Utah Aaron Lowe è stato arrestato dalla polizia di Salt Lake.
L’arresto è avvenuto domenica mattina presto, una settimana dopo la morte del 22enne Lowe.
Chi è Buk M. Buk
Buk M. Buk, 22 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato, tentato omicidio e sparo penale di arma da fuoco, secondo le autorità.
Buk è anche accusato di aver sparato e ferito una donna di 20 anni lo stesso giorno, secondo la polizia.
La situazione di quella vittima è ancora grave.
I detective della polizia di Salt Lake e la squadra per l’arresto dei fuggiaschi violenti dello Utah hanno localizzato Buk a Draper.
Il capo della polizia di Salt Lake, Mike Brown, ha dichiarato in un comunicato stampa pubblicato domenica mattina presto:
«Quando avevamo bisogno di aiuto, ci rivolgevamo alla nostra comunità.
Abbiamo invitato le persone a farsi avanti e fornire tutte le conoscenze che potevano avere.
Abbiamo arrestato la persona sospettata di aver ucciso Aaron Lowe a seguito di questi suggerimenti e dell’incrollabile ricerca della giustizia da parte dei nostri investigatori di omicidi.
Questa orribile sparatoria ha avuto un impatto enorme sulla vita di così tante persone.
Vorrei ringraziare i nostri agenti di pattuglia, i detective, i tecnici dei laboratori criminali, gli analisti di dati e il personale professionale del dipartimento di polizia di Salt Lake City per i loro sforzi.
Il loro instancabile impegno nell’esaminare ogni indizio e ogni prova ha portato a questo arresto».
Aaron Lowe, 21 anni, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco davanti a una residenza vicino al numero 2200 di Broadmoor Street a Salt Lake City il 26 settembre.
Secondo la polizia, Lowe è stato colpito fuori, dall’altra parte della strada rispetto a una festa in casa.
Lowe era alla sua terza stagione come membro della squadra di football dell’Università dello Utah; è stato il primo vincitore della borsa di studio Ty Jordan Memorial, istituita per commemorare la memoria di un altro giocatore di football dell’Università dello Utah morto in una sparatoria involontaria nel dicembre del 2020.
William Smith, il padre di Lowe, ha raccontato il momento in cui ha ricevuto la telefonata dalla madre di suo figlio: «Lei dice: ‘abbiamo perso un bambino’».
«Non sto singhiozzando perché lui non è più qui.
Penso di singhiozzare perché non riesco a vederlo o a comunicare con lui.
Non riesco a mettermi in contatto con lui «, ha detto Smith all’emittente di notizie texana WFAA.
Il capo Brown ha dichiarato durante una conferenza stampa domenica mattina di non poter fornire molte informazioni sull’attuale indagine, ma ha indicato che non si trattava di un attacco mirato.
Nonostante le speculazioni sui social media, ha dichiarato che la sparatoria non era diretta all’Università dello Utah, alla squadra di football e nemmeno allo stesso Lowe.
Ha anche affermato che non si trattava di una sparatoria legata a una banda.
La notte della sparatoria, ci sono state diverse segnalazioni di forti rumori durante la festa.
Gli agenti non erano immediatamente disponibili a reagire, secondo le autorità.
Quando i centralini hanno ricevuto segnalazioni di un incidente e di uno sparo, la polizia è stata prontamente inviata nell’area, secondo i funzionari.
Durante la conferenza stampa, il sindaco della contea di Salt Lake, Erin Mendenhall, ha anche dichiarato che il dipartimento di polizia ha perso molte dozzine di posti di agente di polizia retribuiti.
Ha affermato che avere una polizia aggiuntiva consentirà al dipartimento di reagire a più chiamate più rapidamente.
In reazione all’arresto, il direttore atletico dello Utah Mark Harlan ha pubblicato una dichiarazione.
«A nome della famiglia dello Utah Athletics, vorrei esprimere i miei ringraziamenti e la mia ammirazione al dipartimento di polizia di Salt Lake City e al capo Mike Brown per il loro impegno completo ed esaustivo nell’arrestare l’omicidio di Aaron Lowe», ha dichiarato.
Harlan ha anche espresso il suo cordoglio per la signora di 20 anni che è stata uccisa da colpi di arma da fuoco e che si trova ancora in ospedale.
