Cancro, donne contro la Toffa: “Non siamo fighe ma rottami”

Le donne contro Nadia Toffa: una rivolta non troppo silenziosa contesta le affermazioni buoniste della iena e racconta la verità.

Le donne ammalate di cancro contro Nadia Toffa: dopo le recenti dichiarazioni della Iena tornata a condurre il programma di controinformazione, si è scatenata una gigantesca polemica. Le donne ammalate di cancro al seno hanno accusato di eccessivo buonismo le affermazioni pubbliche della Toffa, mettendo in luce quanto dolorose e quanto umilianti siano le condizioni di vita di una donna che combatte contro il cancro.

Le donne contro Nadia Toffa

Durante la sua trasmissione televisiva e in varie altre occasioni, Nadia Toffa si è impegnata al massimo al fine di veicolare attraverso i media un’immagine diversa degli ammalati di cancro: non sono vittime ma guerrieri, che combattono giorno dopo giorno contro la malattia e tutte le conseguenze che ne derivano.

All’apice del suo discorso di incoraggiamento la Toffa era arrivata ad affermare “chi combatte il cancro è un figo pazzesco”. E’ stata proprio la leggerezza con cui è stato fatto passare questo messaggio a destare grandissima indignazione in quelle donne che non hanno goduto dei trattamenti medici e mediatici di cui ha potuto usufruire Nadia Toffa in virtù della sua grande popolarità.

In una lettera aperta moltissime donne ammalate di cancro hanno raccontato la propria esperienza, scagliandosi violentemente contro tutti coloro che cercano di minimizzare la gravità e l’incidenza del cancro al seno sulla popolazione femminile italiana.

“Siamo dei rottami”

Alla frase a effetto utilizzata dalla Toffa per dare visibilità al proprio messaggio di sostegno a favore di tutti coloro che combattono contro il “grande male”, le donne che hanno scritto a Nadia hanno risposto con un’altra frase a effetto, estremamente dura: “Non siamo delle fighe, siamo dei rottami”.

Le donne che hanno firmato la lettera hanno elencato i moltissimi esami clinici a cui una donna ammalata di cancro deve continuamente sottoporsi, le difficoltà a mantenere il proprio lavoro, a ottenere la pensione di invalidità e addirittura a mantenere un rapporto dignitoso con il proprio partner, che il più delle volte arriva a sopportare molto male il carico pratico ed emotivo che deriva dall’avere una compagna ammalata.

Le critiche contro la disinformazione

Il mostro contro cui le donne ammalate di cancro si sono violentemente scagliate è però la disinformazione. Molto spesso le donne ammalate di cancro al seno vengono accusate di “togliere la speranza agli ammalati” nel momento in cui parlano apertamente delle difficoltà e del tasso di mortalità a cui va incontro chi riceve la diagnosi di un cancro al seno. Soltanto il 75% delle donne a cui viene diagnosticato un cancro allo stato avanzato riesce a sopravvivere: vuol dire che 1 persona su 4 è destinata a morire.

Oltre alla lettera aperta firmata da 200 pazienti, sui social di Nadia sono arrivati anche molti messaggi personali da parte di individui che hanno scritto a titolo personale evitando di parlare a nome di altri. Le critiche però sono sempre le stesse: il sistema nazionale sanitario è carente, non c’è assistenza economica e sociale per gli ammalati comuni che, lungi dall’essere dei fighi, vengono anche sbugiardati in televisione.

Scritto da Olga Luce

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