Abiti da sposa, aperto a Bristol il primo negozio per disabili

Abiti da sposa (anche) per donne disabili: è questo il messaggio che un negozio inglese ha voluto lanciare dalle vetrine dell'atelier.

Abiti da sposa in carrozzina: a Bristol la vetrina di un atelier di abiti da sposa si trasforma in un manifesto della normalizzazione dei disabili motori. Ecco i motivi della scelta delle due proprietarie, che hanno compiuto una scelta coraggiosa e lo hanno fatto senza pensarci troppo a lungo.

Abiti da sposa: un sogno a 4 ruote

Per moltissime donne l’abito da sposa è il sogno più grande, quello che si coltiva fin da bambine e che cambia nel corso degli anni, adeguandosi alle evoluzioni della personalità come ai cambiamenti del gusto e della moda. Per le donne affette da disabilità naturalmente, le cose sono identiche. I sogni fatti di strati e strati di tulle montato su ingombranti crinoline sono identici a quelli di ragazze in grado di camminare sulle proprie gambe ma, ovviamente, sono più difficili da realizzare.

Proprio queste riflessioni hanno condotto le due proprietarie di un negozio di abiti da sposa di Bristol a mettere una sedia a rotelle in vetrina e a mettere in posa su di essa un manichino vestito del più elegante degli abiti da sposa. Una manovra di marketing? Forse, e di certo ha funzionato, ma le donne disabili hanno accolto l’iniziativa con enorme piacere.

Perché nascondere la carrozzina?

Per una persona disabile tutti i dispositivi che consentono il movimento e la deambulazione sono strumenti irrinunciabili per condurre una vita che sia il più possibile normale. Nonostante questo però la carrozzina o il deambulatore, così come le stampelle, rimangono un tabù che si cerca di mostrare il meno possibile.

Esattamente come non si vedono personaggi disabili nelle pubblicità dei più noti marchi di moda, così non si sono mai viste spose in carrozzina nelle vetrine degli atelier.

È grandioso aver ricevuto una risposta così positiva, ma in un certo senso è abbastanza triste constatare quanto sia raro vedere una sedia a rotelle in una vetrina. Noi volevamo soltanto normalizzare l’uso della carrozzina utilizzando una sposa.

Perché l’integrazione tra il corpo della sposa e la sua carrozzina fosse ancora più evidente, chi ha allestito la vetrina ha deciso di decorare la carrozzina con rami di foglie sintetiche, come se fosse un tavolo per il banchetto o una continuazione del bouquet della sposa.

Un impegno concreto per le donne disabili

Le donne in carrozzina che sono passate davanti al negozio di Laura Allen e Sara Parker, come l’artista Beth Wilson, si sono sentite sollevate: la rassegnazione di dover “accontentarsi” di un abito qualunque ha lasciato il posto alla speranza di avere un abito esattamente come lo si sognava, nonostante le difficoltà logistiche che sono implicite nel servire una cliente con esigenze particolari.

La parte migliore, ha twittato Beth Wilson, è:

Sapere di poter entrare in un negozio dove mi sento accettata con la mia sedia a rotelle e con tutto il resto, anche se il mondo non è progettato per noi.

Proprio grazie agli scatti che la Wilson ha diffuso via social, la vetrina del negozio di Laura e Sarah è diventata un’immagine virale. La ragazza ha anche voluto posare accanto alla vetrina e con una delle proprietarie, in un fantastico contrasto tra l’esplosione di colori sui capelli e sugli abiti di Beth e il candido bianco dell’abito alle sue spalle.

Scritto da Olga Luce

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